IL SIMBOLO DELLA LEGA NORD: REALTA' O MENZOGNA?


Attuale simbolo del "carroccio"
LEGA NORD AL POTERE: dopo anni di interminabile attesa, il leader del partito “Lega Nord” Matteo Salvini, è riuscito a strappare la maggioranza e, mediante l’alleanza col Movimento 5 Stelle di Luigi di Maio, la vicepresidenza del consiglio. Mi piacerebbe stare qui a discutere relativamente all’operato di questo nuovo, inedito (e quanto mai ambiguo) gabinetto, ma la mia priorità è parlare del simbolo stesso del partito lombardo. E, naturalmente, ci si chiederà:”Perché mai si dovrebbe parlare di uno stupido simbolo?”-. La domanda è più che lecita, ma occorre precisare che quest’ultimo si tratta di un clamoroso errore di natura storica e sociale. Per poter capire cosa intendo bisogna fare un (lungo) passo indietro, di circa 9 secoli.


L'attuale viceministro Salvini.

















Federico I Hoenstaufen, detto il
"barbarossa".
Alberto da Giussano,
l'oggetto del dibattito
Legnano (Lombardia): Maggio 1176: uno degli eventi storici più importanti ( e pesantemente sottovalutati) della storia di quella che, ai tempi, non poteva, ancora, essere chiamata Italia: la battaglia di Legnano. Questo quasi sconosciuto scontro vide protagoniste le forze armate del re svevo Federico I, detto “il Barbarossa”, e le milizie di una nuovissima organizzazione: la Lega Lombarda. Nella tarda metà del 12° secolo occorre ricordare che gran parte del nord Italia era sotto il dominio svevo, ma la cosiddetta “rivoluzione comunale” del secolo precedente aumentò i margini di indipendenza e, soprattutto, stava progressivamente togliendo le città italiane dal controllo del governo svevo. Federico Barbarossa, stufo di questa intollerabile situazione, decise di agire. Dopo una serie di visite rege, più o meno decisive, si arriva al sopracitato scontro che, però, vedeva ovviamente svantaggiata una singola città nei confronti delle armate di un imponente regno come quello svevo; così, dopo alcune importanti vicissitudini, tanti comuni (tra cui Milano, Alessandria ecc.) decisero di allearsi e creare una solida organizzazione: la appunto Lega Lombarda. Dopo una furibonda battaglia campale la lega riuscì a sconfiggere e mettere in fuga Federico Barbarossa, riportando un successo d’importanza capitale che elesse Alberto Da Giussano, il presunto capo delle forze armate lombarde, a eroe indiscusso e simbolo della resistenza nordica allo strapotere teutonico. E di lì a qualche secolo, questa impresa, gli valse di diventare il simbolo del nuovo partito di Umberto Bossi, come a rimarcare l’orgoglio e l’appartenenza al cosiddetto “nord”. La domanda sorge spontanea: e’ andata realmente così? Assolutamente no! Ebbene si: il mitico Alberto da Giussano, divinizzato e osannato dai simpatizzanti della lega, sembra essere un personaggio frutto della fantasia, dal momento che non esiste alcuna fonte o documento che ne certifichi l’esistenza. Cosa che, invece, non si può dire del milanese Guido da Landriano, a detta di molti il vero capo militare dell’operazione anti-barbarossa e che effettivamente dovrebbe essere il simbolo di partito. Le cause per cui è nato il culto di Alberto da Giussano sembrano essere di natura sociale: occorreva un leader che potesse eguagliare il prestigio dell’avversario, in questo caso Federico I, per uno scontro di pari reputazione.




Tornando ai giorni nostri: recentemente Matteo Salvini ha dichiarato di non voler cambiare il simbolo del carroccio e che Alberto da Giussano “resta lì dov’è”. Senza tenere in conto che l’attuale viceministro classe ‘73 è stato uno studente di storia alla statale di Milano ( e che quindi, in linea teorica, la realtà dei fatti storici dovrebbe essere una priorità per lui) ritengo francamente inutile insistere con una leggenda, specie per quanto riguarda il simbolo del partito attualmente parte della maggioranza di governo. Per rispetto nei confronti della storia, degli storiografi e della comunità in generale, capace di eleggere ad esempio, oppure odiare, un personaggio mai realmente esistito.


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